giovedì 8 gennaio 2015

Libri per... la settimana

Diciamoci la verità, non sono poi così brava a scrivere recensioni (ci ho provato, per anni, anni fa, ma forse il luogo non era quello giusto, poi ci ho riprovato, ma…) è che non ho mai capito come si fa a citare la frase giusta che ti fa capire che quel libro “beh, dai… non posso non leggerlo!”, come si fa a ricordare tutti i precedenti scritti di quell’autrice/autore che hanno davvero segnato un passaggio importante nella tua vita di lettrice/lettore, e poi… riannodare il testo con i vari riferimenti culturali e letterari, no, non lo so fare proprio.

E però io ho sottoscritto insieme ad un pugno di scalmanati senza gloria un manifesto/dichiarazione d’intenti in cui dicevamo che attraverso la recensione libraria si può dire qualcosa sulla società, che possiamo criticare – nel senso più pieno del termine – ciò che ci circonda attraverso la lente, bellissima, delle pagine scritte e pure ho lanciato in rete (sempre con i soliti senza gloria, temporaneamente senza gloria, diciamo) un progetto di rivista, e mò che fai? Te ne penti?


Machisenepente!
Mai! Ho deciso di proporre una originalissima cosa: raccontarvi i fatterelli miei! Cioè i libri che ho letto/sto leggendo nella settimana, che siano di spunto per altre letture, le vostre, e magari pure le mie future.
E quindi visto che oggi è il 7 gennaio di questo nuovo 2015 che faccio? Comincio oggi, no?
Tra i libri letti ecco il primo, che avevo in casa da tempo e smaniavo per leggerlo perché ero troppo curiosa, ma siccome sono una paranoica senza speranze ha dovuto aspettare il suo turno nella mia librerietta dei libri da leggere: Probabilmente mi sono persa di Sara Salar, editrice Ponte33. L’ho preso senza saper nulla dell’autrice né della storia, mi ha molto incuriosita la scelta dell’editrice che vuole diffondere in Italia la letteratura persiana contemporanea scavalcando problemi di censura, traduzione e “mercato”. Mi è piaciuto, anche se mi aspettavo qualcosa di più. è la storia di un’amicizia un po’ “tossica” che ritorna dopo anni a disturbare la protagonista, una giovane mamma borghese bella, insoddisfatta, con un corteggiatore da domare e con continue sedute psicanalitiche di sfondo. Il mio pregiudizio un po’ provinciale mi aveva fatto immaginare una storia diversa proveniente da Tehran. Ho un altro libro di Ponte33 che mi aspetta sullo scaffale e di cui vi dirò quando arriverà il suo turno.
L’altro libro letto è Buttanissima di Giorgio D’Amato di una casa editrice che si autoproduce e autopromuove, si chiamano AAS press e la cosa che mi piace assai è che leggono tutti ad alta voce e molto bene. Buttanissima è un racconto veloce e divertente che gioca un po’ sugli stereotipi della mafia e della donna sicula rispettabile. Mi è piaciuto molto pure Madonna di mare e Ciccio dei giornali sempre di Giorgio D’Amato che però ho letto ormai settimane fa e di cui quindi non posso qui scrivere… cercatevi i libri nelle vostre fidate librerie, io li ho trovati al SabirFest a Messina a settembre.
Poi c’è un libro abbandonato senza grande dispiacere, ché una cosa delle mie paranoie librarie l’ho superata: i libri si possono abbandonare! Questo, poi, non fa venire nessunissimo senso di colpa. Premetto che per me il fumetto è una cosa seria, ma mi sento piuttosto leggera a non aver perso tempo ancora con la raccolta delle strisce di Andy Capp (la serie di Repubblica, ve la ricordate, ecco, quella lì è utile per iniziare a prendere dimestichezza). Andy Capp è noioso. Oltre a tutto il corredo di stereotipi sessisti che si porta dietro e che già alla terza striscia mi ha fatto stare scomoda nel mio stesso letto.


E ora sto leggendo due cose di cui un po’ mi vergogno ma... se una legge tutto significa che legge proprio tutto. 
La prima, Tra i castagni dell’Appennino di Marco Aime, una conversazione con Francesco Guccini (edito da Utet) che è troppo da fan un po’ intimidito un po’ “sotuttosiamoquasiamiciintiminoidue” che sta rischiando di essere l’abbandono numero due della settimana. 
La seconda: Harry Potter e la pietra filosofale che mi sta molto piacendo anche se non ho ben capito se mi piace perché ho avuto la febbre e mi fa tornare ad un mood infanzia malaticcia oppure se mi piace e basta, lo scoprirò tra poco!

Elisa Calabrò

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